Ciao a
tutti! Torno dopo un po' di tempo dall'apertura con un post
importante quanto a significato e mole. Ho già preannunciato quali
sarebbero stati gli argomenti portanti di questo blog e quindi vorrei
cominciare con una spiegazione al contempo generale e approfondita di
questi tipetti piuttosto sconosciuti.
Partiamo
semplicemente dalle definizioni prese dall'Enciclopedia Treccani:
linfedèma (o
linfoedèma) s. m. [comp. di linf(o)-
e edema] (pl. -i). – In medicina, forma di edema
che si osserva particolarm. negli arti, più frequentemente in quelli
inferiori, determinata dall’accumulo, negli spazî interstiziali,
di liquido a elevato contenuto proteico.
lipedèma
(o lipoedèma) s. m. [comp. di lipo- e
edema] (pl. -i). – Nel linguaggio medico,
patologico ingrassamento a carico della metà inferiore del corpo, e
soprattutto delle gambe, accompagnato da mollezza dei tegumenti e
facilità alla formazione di edemi.
Come
potete vedere, sembra che la differenza sostanziale a livello di
sintomi non sia poi così importante: “in soldoni”, come si suol
dire, entrambe comportano edemi agli arti (possono entrambe colpire
anche quelli superiori in dei casi). Vediamone quindi la definizione:
edèma
(alla greca èdema) s. m. [dal gr. οἴδημα
«gonfiore», der. di οἰδάω «esser gonfio»] (pl. -i).
– In medicina, abnorme aumento del liquido interstiziale dei
tessuti o di quello contenuto nelle cavità sierose (pleure,
pericardio, peritoneo), dovuto ad alterazioni degli scambî
idrosalini tra sangue e tessuti, in seguito a fattori molteplici:
aumento della pressione idraulica nell’interno dei capillari (e.
meccanici), diminuzione della pressione oncotica del plasma
(e. discrasici), aumento della permeabilità della
parete dei capillari, per processi tossici, allergici, infiammatorî
(e. tossici, allergici, infiammatorî),
ecc. In partic., e. polmonare acuto, sindrome
gravissima, dovuta a varie cause (insufficienza cardiaca acuta,
polmoniti, lesioni nervose, traumi, intossicazioni, ecc.), e
caratterizzata da forte dispnea, cianosi, tosse con abbondante
escreato.
Probabilmente
si sente parlare molto più spesso di cose come l'edema polmonare,
che non dell'edema agli arti, proprio perché quest'ultimo non è
ritenuto così grave o addirittura mortale. L'edema agli arti è una
cosa che può colpire chiunque, ma spesso quando questo è molto
lieve non viene preso sul serio né ci si interessa più di tanto
alle sue dinamiche e/o cause. Ma su questo tornerò più tardi.
Analizziamo
separatamente le due patologie, per capirci meglio. Cominciamo dal
linfedema (probabilmente più spesso diagnosticato del lipedema): esso è
una patologia della quale l'edema è solo il sintomo, in quanto
quest'ultimo è causato da un malfunzionamento del sistema linfatico.
Il sistema linfatico è un complesso di elementi anatomici che
trasporta la linfa all'interno del corpo. Questa è una sostanza
composta principalmente di acqua, lipidi, proteine e linfociti.
In
caso di malfunzionamento del sistema linfatico, la linfa non viene
efficientemente trasportata e va ad accumularsi negli spazi
interstiziali degli arti interessati. Questo ovviamente crea un
rigonfiamento visibile che col tempo, se non contenuto, può
provocare dolore e malformazioni irreversibili in quanto tende ad
indurirsi.
Il
linfedema si divide principalmente in due tipi: il cosiddetto
“linfedema primario” e il cosiddetto “linfedema secondario”.
A differenza sta nell'origine del malfunzionamento del sistema
linfatico: nel primo caso esso è congenito, mentre nel secondo è
avvenuto in seguito ad un trauma o una malattia (un classico esempio
di linfedema secondario agli arti superiori è quello conseguente
alle operazioni per un carcinoma mammario).
Veniamo
ora alla spiegazione dei sintomi, che è bene saper riconoscere anche
nella loro possibile varietà: nessun linfedema è uguale (e lo
dimostra anche l'assegnazione di cure ad personam da parte degli
specialisti più preparati), ma possiamo certamente trovarvi dei
punti comuni, quelli più “evidenti”.
Certamente
il primo campanello di allarme è il gonfiore: il linfedema, anche se
può interessare entrambi gli arti, solitamente è asimmetrico o
unilaterale, interessando maggiormente un solo arto. Questo aiuta
anche ad accorgersi del problema con un semplice confronto visivo.
Un'altra cosa da provare è imprimere con una lieve pressione un dito
sul gonfiore: la linfa si sposterà in quel punto e rimarrà impressa
l'impronta.
Questo
gonfiore, se lieve, può essere certamente scambiato per le tipiche
“gambe pesanti” spesso lamentate dalle donne dopo una giornata
faticosa o in dati periodi del ciclo ormonale, ma anche se non è
bene fare allarmismi, se si hanno arti profondamente segnati dalle
calzature o ingrossati di diversi cm per un periodo prolungato, è
bene consultare il proprio medico.
Il
linfedema può presentare anche altri sintomi “accessori”, come
può essere un cambiamento della cromia e della consistenza della
pelle, oltre ad una sua ovvia tensione ed eventuali prurito e dolore per via dell'edema. A lungo
andare il gonfiore può impedire un libero movimento dell'arto
colpito.
Vorrei ora buttare uno sguardo
sul lipedema: si tratta appunto di un accumulo patologico di cellule
adipose negli arti (anche qui solitamente gli inferiori, ma non è
sempre la regola), le quali a lungo andare generano una precisa
conformazione del corpo e provocano anche edemi.
Questa
malattia, a quanto ne so, è meno spesso diagnosticata e curata,
proprio perché, a parte nei casi più gravi, si associano questi
accumuli alla cosiddetta “costituzione corporea”, alle abitudini
sbagliate, all'aumento di peso, alla predisposizione ad ingrassare.
I
sintomi possono risultare simili al linfedema in alcuni casi, ma il
rigonfiamento non coinvolge il dorso del piede, l'arto è
generalmente meno teso e duro e l'edema è solitamente bilaterale e
simmetrico.
Trattandosi
comunque di accumuli di grasso, non è raro che il lipedema sia
accompagnato da infezioni dei tessuti che portano a cellulite o a
problemi dei sistemi venoso e linfatico che si trovano compressi e
ostacolati.
Un'altra
differenza sostanziale che potrebbe determinare la diagnosi di
lipedema anziché di linfedema è il comportamento dell'edema stesso, se presente:
non essendovi nel lipedema un vero e proprio malfunzionamento “autonomo” del
sistema linfatico, l'accumulo di liquidi potrebbe
formarsi con una dipendenza stagionale per via del caldo oppure dopo
un lungo periodo seduti o in piedi, o ancora in periodi precisi del ciclo ormonale femminile. In ogni caso in presenza di
linfedema basta la sola forza di gravità perché la linfa si
accumuli, dal momento che il sistema linfatico non funziona allo
stesso modo in estate, in inverno, in piedi o seduti.
Ma le
due patologie possono presentarsi anche insieme, portando i sintomi
di entrambe. Questo stadio, solitamente grave e già avanzato, prende
il nome di “lipolinfedema”.
Per
questa sera mi fermo qui, ci sarebbe ancora molto da dire, ma non
vorrei “caricare” troppo ogni singolo post e credo che questa
visione generale sia già abbastanza per schiarirsi un po' le idee.
Nel prossimo intervento, prima di addentrarmi nell'ambito delle cure, vorrei dedicarmi in maggior profondità al lipedema e al linfedema, definendone i vari stadi con conseguenti sintomi specifici.
Alla prossima e buonanotte! :3