domenica 6 ottobre 2013

Primo sguardo a Linfedema e Lipedema

Ciao a tutti! Torno dopo un po' di tempo dall'apertura con un post importante quanto a significato e mole. Ho già preannunciato quali sarebbero stati gli argomenti portanti di questo blog e quindi vorrei cominciare con una spiegazione al contempo generale e approfondita di questi tipetti piuttosto sconosciuti.

Partiamo semplicemente dalle definizioni prese dall'Enciclopedia Treccani:
linfedèma (o linfoedèma) s. m. [comp. di linf(o)- e edema] (pl. -i). – In medicina, forma di edema che si osserva particolarm. negli arti, più frequentemente in quelli inferiori, determinata dall’accumulo, negli spazî interstiziali, di liquido a elevato contenuto proteico.
lipedèma (o lipoedèma) s. m. [comp. di lipo- e edema] (pl. -i). – Nel linguaggio medico, patologico ingrassamento a carico della metà inferiore del corpo, e soprattutto delle gambe, accompagnato da mollezza dei tegumenti e facilità alla formazione di edemi.

Come potete vedere, sembra che la differenza sostanziale a livello di sintomi non sia poi così importante: “in soldoni”, come si suol dire, entrambe comportano edemi agli arti (possono entrambe colpire anche quelli superiori in dei casi). Vediamone quindi la definizione:
edèma (alla greca èdema) s. m. [dal gr. οἴδημα «gonfiore», der. di οἰδάω «esser gonfio»] (pl. -i). – In medicina, abnorme aumento del liquido interstiziale dei tessuti o di quello contenuto nelle cavità sierose (pleure, pericardio, peritoneo), dovuto ad alterazioni degli scambî idrosalini tra sangue e tessuti, in seguito a fattori molteplici: aumento della pressione idraulica nell’interno dei capillari (e. meccanici), diminuzione della pressione oncotica del plasma (e. discrasici), aumento della permeabilità della parete dei capillari, per processi tossici, allergici, infiammatorî (e. tossici, allergici, infiammatorî), ecc. In partic., e. polmonare acuto, sindrome gravissima, dovuta a varie cause (insufficienza cardiaca acuta, polmoniti, lesioni nervose, traumi, intossicazioni, ecc.), e caratterizzata da forte dispnea, cianosi, tosse con abbondante escreato.


Probabilmente si sente parlare molto più spesso di cose come l'edema polmonare, che non dell'edema agli arti, proprio perché quest'ultimo non è ritenuto così grave o addirittura mortale. L'edema agli arti è una cosa che può colpire chiunque, ma spesso quando questo è molto lieve non viene preso sul serio né ci si interessa più di tanto alle sue dinamiche e/o cause. Ma su questo tornerò più tardi.


Analizziamo separatamente le due patologie, per capirci meglio. Cominciamo dal linfedema (probabilmente più spesso diagnosticato del lipedema): esso è una patologia della quale l'edema è solo il sintomo, in quanto quest'ultimo è causato da un malfunzionamento del sistema linfatico. Il sistema linfatico è un complesso di elementi anatomici che trasporta la linfa all'interno del corpo. Questa è una sostanza composta principalmente di acqua, lipidi, proteine e linfociti.
In caso di malfunzionamento del sistema linfatico, la linfa non viene efficientemente trasportata e va ad accumularsi negli spazi interstiziali degli arti interessati. Questo ovviamente crea un rigonfiamento visibile che col tempo, se non contenuto, può provocare dolore e malformazioni irreversibili in quanto tende ad indurirsi.
Il linfedema si divide principalmente in due tipi: il cosiddetto “linfedema primario” e il cosiddetto “linfedema secondario”. A differenza sta nell'origine del malfunzionamento del sistema linfatico: nel primo caso esso è congenito, mentre nel secondo è avvenuto in seguito ad un trauma o una malattia (un classico esempio di linfedema secondario agli arti superiori è quello conseguente alle operazioni per un carcinoma mammario).
 


Veniamo ora alla spiegazione dei sintomi, che è bene saper riconoscere anche nella loro possibile varietà: nessun linfedema è uguale (e lo dimostra anche l'assegnazione di cure ad personam da parte degli specialisti più preparati), ma possiamo certamente trovarvi dei punti comuni, quelli più “evidenti”.
Certamente il primo campanello di allarme è il gonfiore: il linfedema, anche se può interessare entrambi gli arti, solitamente è asimmetrico o unilaterale, interessando maggiormente un solo arto. Questo aiuta anche ad accorgersi del problema con un semplice confronto visivo. Un'altra cosa da provare è imprimere con una lieve pressione un dito sul gonfiore: la linfa si sposterà in quel punto e rimarrà impressa l'impronta.
Questo gonfiore, se lieve, può essere certamente scambiato per le tipiche “gambe pesanti” spesso lamentate dalle donne dopo una giornata faticosa o in dati periodi del ciclo ormonale, ma anche se non è bene fare allarmismi, se si hanno arti profondamente segnati dalle calzature o ingrossati di diversi cm per un periodo prolungato, è bene consultare il proprio medico.
Il linfedema può presentare anche altri sintomi “accessori”, come può essere un cambiamento della cromia e della consistenza della pelle, oltre ad una sua ovvia tensione ed eventuali prurito e dolore per via dell'edema. A lungo andare il gonfiore può impedire un libero movimento dell'arto colpito.

Vorrei ora buttare uno sguardo sul lipedema: si tratta appunto di un accumulo patologico di cellule adipose negli arti (anche qui solitamente gli inferiori, ma non è sempre la regola), le quali a lungo andare generano una precisa conformazione del corpo e provocano anche edemi.
Questa malattia, a quanto ne so, è meno spesso diagnosticata e curata, proprio perché, a parte nei casi più gravi, si associano questi accumuli alla cosiddetta “costituzione corporea”, alle abitudini sbagliate, all'aumento di peso, alla predisposizione ad ingrassare.
I sintomi possono risultare simili al linfedema in alcuni casi, ma il rigonfiamento non coinvolge il dorso del piede, l'arto è generalmente meno teso e duro e l'edema è solitamente bilaterale e simmetrico.


Trattandosi comunque di accumuli di grasso, non è raro che il lipedema sia accompagnato da infezioni dei tessuti che portano a cellulite o a problemi dei sistemi venoso e linfatico che si trovano compressi e ostacolati.
Un'altra differenza sostanziale che potrebbe determinare la diagnosi di lipedema anziché di linfedema è il comportamento dell'edema stesso, se presente: non essendovi nel lipedema un vero e proprio malfunzionamento “autonomo” del sistema linfatico, l'accumulo di liquidi potrebbe formarsi con una dipendenza stagionale per via del caldo oppure dopo un lungo periodo seduti o in piedi, o ancora in periodi precisi del ciclo ormonale femminile. In ogni caso in presenza di linfedema basta la sola forza di gravità perché la linfa si accumuli, dal momento che il sistema linfatico non funziona allo stesso modo in estate, in inverno, in piedi o seduti.


Ma le due patologie possono presentarsi anche insieme, portando i sintomi di entrambe. Questo stadio, solitamente grave e già avanzato, prende il nome di “lipolinfedema”.

Per questa sera mi fermo qui, ci sarebbe ancora molto da dire, ma non vorrei “caricare” troppo ogni singolo post e credo che questa visione generale sia già abbastanza per schiarirsi un po' le idee. Nel prossimo intervento, prima di addentrarmi nell'ambito delle cure, vorrei dedicarmi in maggior profondità al lipedema e al linfedema, definendone i vari stadi con conseguenti sintomi specifici.
Alla prossima e buonanotte! :3